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FINESTRA DI OVERTON AGGIORNAMENTO 3.1.2020

Ho letto il lungo editoriale (3.1.2020) di un giornalista di Boston su Burioni pubblicato su Science[1].

É un testo celebrativo (sic) che dipinge il ritratto di questo professore di una università privata italiana, attuale opinion leader mediatico nel nostro Paese, e propagandista di un’idea demagogica di scienza che, come dettaglia l’articolo, si è già rivelata efficace nella promozione pubblica delle vaccinazioni di massa ed in altre battaglie contro la “pseudoscienza”.

 Nel testo c’è un brevissimo rimando alla sua recente lotta all’omeopatia: Ha anche criticato il sistema sanitario pubblico italiano per il rimborso dei pazienti per l'omeopatia, trattamenti medici pseudoscientifici che utilizzano una concentrazione estremamente diluita di una sostanza che provoca sintomi simili a quelli della malattia”. Una sola frase, all’apparenza incidentale nell’articolo, ma in grado di chiarire meglio il ruolo che Roberto Burioni sta accettando di svolgere nel campo della diffamazione pubblica di questa Medicina.

 Le basi della reputazione mediatica del personaggio in questione sembrerebbero costruite sulla sua competenza scientifica, ma, nel caso dell’Omeopatia, egli non ha alcuna competenza, ed i suoi interventi dimostrano che non è nemmeno in grado di capire l’argomento. In termini sociologici, si tratta pertanto di un “soggetto reclutato” come sponsor di un indirizzo di pensiero complessivo, che non ha nulla a che fare con la competenza.

 La frase citata è interamente costruita per il suo utilizzo mediatico.

Innanzitutto è poco precisa: in Italia non c’è rimborso dei farmaci da parte del sistema sanitario, ci si riferirebbe pertanto ad una sorta di “critica preventiva”? Probabilmente questo punto è quanto ha interesse il giornalista a sottolineare per l’utilizzo dell’articolo negli States, ove è una questione in gioco. In questo frangente, infatti, i medicinali omeopatici sono sotto attacco in America proprio in merito al loro riconoscimento rimborsabile, e l’omaggio a Burioni si dimostra funzionale ad una pubblicità negativa dell’omeopatia.

Una citazione spendibile anche in Italia è invece il riferimento all’omeopatia come “pseudoscienza”, la quale affermazione è però del giornalista e non riferita ad una dichiarazione esplicita di Burioni. Questo è un modo di “far dire indirettamente” per non esporre il soggetto in causa, nel suo Paese, a critiche dirette.  Ed è tale aspetto, all’apparenza marginale nel testo, quello che è in effetti stato utilizzato da Burioni nel riprendere l’articolo sul suo blog in Italia.

 In termini pratici, Burioni continua a prestarsi ad un suo utilizzo propagandistico come “soggetto reclutato” per l’azione di diffamazione dell’omeopatia, su uno scenario vasto.

 Non si tratta, in Italia, di un reato perseguibile. Come ha dimostrato la sentenza in secondo grado a favore di Piero Angela nel 2005, non sussiste l’illecito legale di diffamazione nei riguardi di una Medicina.

 Resta il fatto che l’informazione sanitaria sull’omeopatia non è competente e non è veritiera. O, come espresso nell’articolo 55 del nostro Codice di Deontologia non è “trasparente, rigorosa e prudente”.

Questo articolo normativo specifica inoltre che tale informazione debba “essere fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite”. Non dice, pertanto, che colui che informa debba necessariamente esser competente, e l’affermazione “conoscenze scientifiche acquisite” non si riferisce necessariamente all’acquisizione delle migliori evidenze disponibili, ma soltanto a quelle accettate in termini “ufficiali”. Il codice, pertanto, non offre garanzie di scienza ma, più facilmente, di ufficialità scientifica.

 Il primo comma dell’articolo 55 conclude così: “ non divulgare notizie che alimentino aspettative o timori infondati o, in ogni caso, idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale”.

Le notizie di Burioni sull’omeopatia sono infondate, ma esse inoltre alimentano timori infondati? Direi proprio di sì. E sono anche perfettamente idonee a determinare un pregiudizio, anzi servono proprio a quello.

 Per difendersi da un tale illecito deontologico, si deve giocare duro: alzare ancora di più il tiro sulla Medicina Omeopatica affermando menzogne ancora più grandi. E così Burioni (e più in generale i suoi alleati in questa operazione) sostengono che siano invece gli omeopati ad alimentare false aspettative nella popolazione e pregiudizi contrari all’interesse generale. In questo modo, chi è contro l’omeopatia starebbe pertanto difendendo la gente.

Questa è anche ed esattamente la “motivazione etica” della campagna imprenditoriale iniziata il mese scorso e pubblicizzata sul sito “no-omeopatia”. Un self-marketing pubblicitario contro una Medicina legittima, presentato come una disinteressata operazione etica. Davvero notevole.

 Si potrebbe parlare di uso demagogico della scienza, ma in verità non si vede cosa c’entri la scienza in tutto questo. Nessuna delle affermazioni detrattive sull’omeopatia sopradette ha una base scientifica né lavori scientifici che la sostengano. Si tratta di fantasie costruite su parole che non corrispondono alla realtà dei fatti.

 Siamo oltre la legge ed oltre l’articolo 55 del Codice Deontologico. Siamo nell’impunibilità pratica del condizionamento alla gente che avviene sotto i nostri occhi.

La legge sembrerebbe non essere in grado di garantirci. E gli Ordini dei Medici, con le dovute e necessarie eccezioni personali, non sono in grado di garantire né la competenza medica, né la correttezza nei confronti dei pazienti.

 Non mi sembra d’aver detto nulla di più di quello che succede. E non ho piacere ad avere ragione. Parlo, anzi, per poter essere smentito.

I medicinali omeopatici sono riconosciuti per legge in Italia ed adoperati proficuamente in tutto il mondo. E sono, di gran lunga, i medicinali più sicuri in nostro possesso. I medici omeopati sono tutti medici con competenza aggiuntiva in omeopatia e praticanti una Medicina integrata, con buona soddisfazione dei pazienti, e rivolta soprattutto a casi che non rispondono positivamente alle cure correnti.  La pratica dell’omeopatia è un esempio importante di buona sanità, di competenza medica, di responsabilità clinica e di efficacia; diminuisce l’uso improprio dei farmaci ed i loro effetti negativi; determina un risparmio nei costi sociali; ha un impatto positivo sull’ambiente.

Questi sono fatti.

Le fantasie di Burioni e dei suoi amici sono di segno opposto a questa realtà.

 Certo, per dirla con i suoi termini, quello che sostiene Burioni sull’omeopatia è una cazzata e, in questo argomento, lui è un somaro.

Mi dispiace ma non c’è una morale conclusiva. Questa è solo un’informazione di cronaca. La Finestra di Overton contro l’omeopatia continua. L’acqua sale di temperatura ogni giorno, ma le rane non sono ancora bollite. Ci vorrà tempo ancora per cuocere a dovere 8 milioni di pazienti e 3000 medici omeopati.

 

 

[1] Summary. In the past 3 years, virologist Roberto Burioni has gone from being a respected but little-known professor to a major media personality in Italy and an internet savvy advocate for science. In a country where the government has sometimes promoted dubious medicine, such as unproven stem cell therapies, Burioni has become an outspoken advocate for scientific evidence on vaccines and other medical topics, and a harsh critic of pseudoscience. His books, postings, and media presence have made him a celebrity scientist in Italy akin to, say, Neil deGrasse Tyson in the United States. Some respected health researchers and journalists have been critical, saying his blunt, even abrasive manner inflames an already polarized conflict. But many public health experts credit him with changing Italy's debate about vaccination and elevating the profile of science there.

Il testo completo: (Fighting words, Douglas Starr, Science  03 Jan 2020: Vol. 367, Issue 6473, pp. 16-19 DOI: 10.1126/science.367.6473.16).

 

 

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