Yogaterapia e Neuroscienze /
Nella tradizione classica, il termine Yoga significa “unione”, indicando con questa parola l’unione tra la mente, il corpo e lo spirito. È proprio a tale concezione che si ispira lo Yoga terapia, via di auto-realizzazione e di auto-trasformazione già riconosciuto in Gran Bretagna nell’ambito delle terapie complementari e presto, si prevede, nel resto di Europa.Lo Yoga terapia si pone in relazione all’essere cosciente, o alla coscienza dell’individuo. Nello Yoga terapia sono centrali la conoscenza diretta e la comprensione soggettiva delle esperienze interiori. Anche se all’inizio la pratica richiede la guida di un maestro, ben presto l’allievo deve rendersi autonomo nel cammino verso la percezione di sé ed essere in grado dimonitorizzare i cambiamenti interiori e di gestirli in modo corretto. Per questo in Yoga-terapia si parla di obiettivi ma anche di limiti. Si tratta quindi di un approccio esperienziale in cui è essenziale una corretta respirazione e movimenti del corpo naturali. Proprio perché privo di “forzature”, questo metodo è adatto a chiunque, anche a chi soffre di particolari problematiche fisiologiche (come dolori muscolari o mal di schiena), perché come si afferma nei testi: “Lo Yoga può essere un sollievo per la sofferenza”.
Le cause della sofferenza possono essere per l’individuo esterne al suo corpo o interiori.La sofferenza può essere di natura fisica, biologica, di natura genetica o psicosomatica.
Secondo lo Yoga l’individuo percepisce sé stesso attraverso cinque modalità: come corpo fisico in quanto struttura esistenziale come flusso del respiro o movimenti respiratori, in quanto struttura funzionale attraverso le proprie sensazioni ed emozioni, attraverso i propri pensieri, decisioni, azioni e comportamenti, attraverso il proprio stato d’essere e le proprie sensazioni.
Vari studi in ambito medico e ricerche scientifiche al riguardo hanno dimostrato la validità della pratica dello yoga in disturbi relativi ad errati stili di vita. Per questo motivo in Yoga si sottolinea l’importanza di un corretto regime alimentare, di corretti comportamenti motori, mentali e comportamentali. Questa modalità di lavoro con sé stessi, direttamente o indirettamente, coinvolge il sistema nervoso. La pratica è inizialmente corticale, viene impostata su attività volontarie che coinvolgono l’apparato muscolo-scheletrico e il sistema nervoso centrale. Gradualmente il praticante impara a lavorare anche con il sistema nervoso involontario e attraverso la percezione del tono muscolare, del flusso del respiro e delle percezioni viscerali che coinvolgono le aree sottocorticali e limbiche.
L’individuo impara ad entrare in contatto con Sé stesso. Durante questo cammino gli aspetti emozionali e comportamentali della propria esistenza diventano più evidenti e, visto che è desiderio di tutti mantenere uno stato di coscienza positivo riducendo al minimo le proprie sofferenze, l’individuo realizza l’importanza di un cambiamento dei propri comportamenti, del proprio stile di vita e dei valori che lo ispirano. Prima o poi per tutti nasce la curiosità di esperimentare stati di coscienza di natura trascendente e di provare ad aprirsi alla dimensione dell’Assoluto. Attraverso pratiche sottili che utilizzano facoltà sensoriali come l’udito, la vista e il tatto è possibile orientarsi in questa direzione unitamente alla percezione del fluire del proprio respiro spontaneo, il suo ritmo, le sue naturali pause e la percezione della sua estensione all’intera superficie del corpo, stato che in Yoga viene definito come pranayama.
Sarebbe auspicabile che lo Yoga-terapia potesse essere istituzionalizzato unitamente agli altri sistemi terapeutici che la medicina moderna offre, naturalmente sulla base di una corretta comprensione dei significati, della logica e del modus operandi delle varie tecniche e pratiche yogiche.