Chi si nutre in modo efficace ed equilibrato ha minori possibilità di ammalarsi, perché la corretta alimentazione contrasta lo stress ossidativo e previene le malattie.
La corretta alimentazione dovrebbe essere indispensabile nel trattamento di tutti i processi patologici.
Introdurre cibo ai pasti non è sinonimo di nutrizione. L’alimentazione con cibi precotti, confezionati, surgelati, trattati, addizionati a conservanti, inquinati da pesticidi ed altro è insufficiente ed, inoltre, dannosa. E’ necessario, per garantirsi la buona salute, scegliere alimenti freschi e ricchi di principi nutritivi.
Le cellule sane svolgono le loro funzioni fisiologiche in un ambiente ossigenato ed alcalino.
Più il pH delle cellule è acido, minore sarà la quantità di ossigeno cellulare, e peggiore sarà il loro funzionamento. La cellula alterata innesca dei meccanismi difensivi, fra cui la produzione di muco (che serve alla cellula per circoscrivere tossine e microrganismi), il quale, in quantità eccessiva, determina l’ostruzione dei pori di membrana alterando lo scambio metabolico necessario tra l’ambiente interno e quello esterno della cellula. Questo fenomeno determina uno stato infiammatorio acuto che, in alcune condizioni, tende a cronicizzare in uno stato infiammatorio cronico.
Una condizione di infiammazione cronica si verifica se l’organismo è continuamente esposto a microorganismi, tossine, alimenti che non riesce a metabolizzare.
Perdurando l’infiammazione, l’organismo non ha la possibilità di ripristinare il pH cellulare, provvedere alla disostruzione dei pori di membrana, fornire la giusta quantità di ossigeno alla cellula.
Queste sono le condizioni generali che predispongono alla patologia cronica.
Alcune cellule, inoltre, possono degenerare in cancerose, capaci di riprodursi anche in assenza di ossigeno.
La carenza di ossigeno e lo stato di infiammazione (acuta e poi cronica) che si presentano in una condizione di acidosi, costituiscono terreno fertile anche per la riproduzione di microorganismi patogeni che, anche se non provocano patologie, si replicano abnormemente.
L’assenza di patologia conclamata è possibile fino a quando esiste una riserva metabolica, elettrolitica ed un sistema immunitario efficiente. La cellula danneggiata non riesce più a svolgere le funzioni in maniera corretta e si depaupera delle risorse necessarie al suo funzionamento.
Già nel 1931, Otto Heinrich Warburg (medico e fisiologo tedesco) studiando il metabolismo della cellula neoplastica, riconobbe una condizione comune alle cellule cancerose: acidosi, elevata glicolisi e ipossia cellulare. “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”.
L’ingestione di alimenti acidi e qualsiasi altra condizione che determini uno stato di stress metabolico, porta ad una condizione di pH acido, provocando il consumo di una eccessiva quantità di ioni ed il perpetrarsi di una condizione di acidosi. “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo” (Dr. George W. Crile).
Sin qui per evidenziare quanto sia indispensabile mantenere ad un valore ottimale il pH cellulare.
In generale, un pH acido si ha soprattutto in condizioni di:
- Alimentazione incongrua
- Immunodepressione
- Otturazioni dentarie in amalgama
- Presenza eccessiva di metalli pesanti nell’organismo
- Mancanza di esercizio fisico
- Patologie infiammatorie croniche
- Assunzione continua di farmaci
- Intossicazioni croniche
- Stato emozionale negativo perdurante nel tempo
- Stress cronico
Tali condizioni portano a:
- Alterazioni enzimatiche con conseguenti fenomeni putrefattivi intestinali, infiammazioni croniche, malassorbimento. Anche il cibo migliore dal punto di vista qualitativo, in presenza di un’alterazione enzimatica e/o di flora batterica alterata con pH digestivo alterato, non potrà fornire le sostanze nutrizionali vitali e solo una minima parte potrà essere assimilata.
- Sviluppo di microorganismi patogeni (virus, batteri, protozoi, miceti) con possibili patologie conclamate e flogosi cronica.
- Alterazione degli scambi tra l’ambiente extracellulare e quello intracellulare con alterazione dell’ambiente intra ed extracellulare.
- Formazione di muco che, rende estremamente difficoltosa l’ossigenazione e, a lungo andare, può portare ad uno stato di replicazione cellulare in anaerobiosi.
- Alterazione del metabolismo degli zuccheri con la sostituzione della respirazione di ossigeno nelle normali cellule del corpo con la fermentazione dello zucchero.
- Alterazioni elettrolitiche, alterazioni ormonali (cortisolo basale, ACTH, aldosterone, LH, FSH, PRL, TSH, FT3, FT4, ADH) e di lipidi, glucidi, protidi.
Un PERCORSO NUTRIZIONALE deve mirare a:
- Contrastare lo stress ossidativo e il processo infiammatorio cronico.
- Provvedere alla riparazione cellulare.
- Ripristinare l’ equilibrio Acido-Base.
- Ristabilire la respirazione e l’ossigenazione cellulare.
Esso deve prevedere:
- Apporto adeguato di aminoacidi, acidi grassi, enzimi digestivi, proteine, vitamine, sali minerali, oligoelementi.
- Nutrizione con alimenti che diano reazioni chimiche basiche e che favoriscano la fisiologica produzione enzimatica cellulare e la riparazione delle cellule danneggiate.
- Supporto nutrizionale con nutrienti specifici e fitoterapici in caso di chemioterapia, anche per contrastarne gli effetti avversi.
- Associazione corretta degli alimenti.
- Pulizia e disintossicazione sistemica da tossine e molecole non digerite che danno origine a processi putrefattivi.
- Pulizia intestinale e trattamento delle disbiosi intestinali.
- Detossicazione di organi interni.
- Modulazione del sistema immunitario.
- Riequilibrio degli esami ematici di laboratorio eventualmente alterati.
- Moderato esercizio fisico per favorire l’ossigenazione cellulare.
Se la condizione clinico-fisica permette e comunque dopo che l’energia del paziente sia sufficientemente restituita, si può intraprendere un percorso di riequilibrio funzionale con la MTC e l’agopuntura. Così come, in specifici casi, è opportuno associare un percorso omeopatico e/o psicoterapico a breve-medio termine, per agire a tutti i livelli dell’individuo.
Dr.ssa Carmela Stella 10.2015
1) Le diete vegetariane – vegane possono ridurre la pressione arteriosa
http://europepmc.org/abstract/MED/24566947
2) Le diete vegane migliorano il profilo lipidico
http://europepmc.org/abstract/MED/24346473
3 ) Le diete vegane riducono l’insorgenza di ipotiroidismo
http://europepmc.org/abstract/MED/24264226
4) Le diete vegetariane riducono l’insorgenza di cancro gastrointestinale e le diete vegane riducono l’insorgenza di cancro in generale
http://europepmc.org/abstract/MED/23169929
5) parere favorevole dell’American Dietetic Association sulla alimentazione vegana
http://europepmc.org/abstract/MED/19562864
7) Il rischio di ospedalizzazione o di morte per cardiopatia ischemica tra i vegetariani e non-vegetariani : risultati britannici dello studio di coorte EPIC - Oxford http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23364007
8) dieta, vegetarianesimo e rischio di cataratta
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21430115
9) Dieta e il rischio di malattia diverticolare a Oxford
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21771850
10) Indice glicemico , carico glicemico , carboidrati nella dieta,assunzione di fibra alimentare e il rischio di tumori al fegato e delle vie biliari
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23123507